IL TIRO A SEGNO A CHIERI
Il “Tiro a Segno Chierese” nasce in tempo antecedente a quello di cui si hanno le prime notizie certe e documentate, vale a dire verso la fine del periodo Risorgimentale.
Sicuramente era già praticato nelle campagne chieresi fra le diverse attività della “Società di Scherma e Ginnastica” che, il 30 Giugno del 1883, si trasforma in quella che, per allora, costituisce un’enorme novità: la “Società di Tiro a Segno”.
30 giugno 1883 – data certa e documentata. Di lì parte ufficialmente la nostra storia.
La ragione di tanta novità e di tanto interesse è semplice: una legge del 1882 stabiliva che, in sostituzione dell’annuale “richiamo alle armi per l’addestramento”, si ritenessero valide le esercitazioni di tiro compiute nei poligoni affiliati alla “Società Nazionale di Tiro a Segno” che, in tempo successivo, diventerà l’attuale Federazione Sportiva Nazionale: l’ Unione Italiana Tiro a Segno.
La fine del 1899 ed i primi mesi del 1900 sono molto importanti in quanto l’Ammini-strazione Comunale riconosce la società e stanzia la “considerevole” cifra di ben 17 mila lire per l’acquisto del terreno; cosa che si concretizzerà il 27 Aprile del 1903, in quelle che allora erano le campagne di Porta Garibaldi – sede attuale.
Il 30 maggio dell’anno successivo il poligono di tiro è fatto e collaudato.
Si spara, su bersagli posti a 200 metri, con il fucile militare modello 1891 – il famoso e glorioso ’91 -.
Il 2 Ottobre del 1904, alla presenza di Sua Altezza Reale il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta, il poligono viene fastosamente e festosamente inaugurato.
Sindaco di Chieri era il Cav. Francesco Fasano, Presidente Sezionale l’Avv. Cesare Ferrati, Segretario Sezionale il Sig. Niccolò Francone e Direttore di Tiro il Colonnello Gandiglio.
Il 1911 segna la conquista dei primi importanti risultati sportivi, primo fra tutti il Trofeo Provinciale ed anche un vero e proprio record di soci che sfiorano il numero di 1.200; segno evidente di quanto questo sport fosse seguito da appartenenti a tutte le classi sociali.
Da questo tempo in poi le vicende del poligono chierese sono ricche di alti e bassi ed i due conflitti mondiali certamente non giovano a questo, come a nessun altro sport nazionale.
I popoli sono scossi da vicende tristissime; le attenzioni e le preoccupazioni sono ben diversamente poste.
Nonostante questi tristi ed infausti eventi il poligono di tiro a segno chierese mantiene le condizioni essenziali per non morire e sul finire degli anni ’40 si parla di ripresa.
Il Dottor Sergio Bossotti sarà il Presidente nell’immediato periodo post bellico ed insieme ad alcuni soci tiratori agonisti, che negli anni di guerra ben hanno saputo almeno mantener viva la vita della società, supererà anche la più ardita battaglia: l’Amministrazione Comunale vorrebbe appropriarsi del sito.
Questa è stata certamente la più bella vittoria che ha permesso che, ancor oggi, il Tiro a Segno a Chieri sia vivo e ben vitale e possa dare il benvenuto ai tiratori fra le sue strutture architettoniche (il frontale è considerato monumento nazionale), fra le sue linee di tiro (rimesse a nuovo e riomologate nel 1991) e soprattutto fra la sua gente che ancor crede in questo sport anche come una valida educazione di vita.
Il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta inaugura il Tiro a Segno Nazionale di Chieri .
Le linee di tiro nell’anno dell’inaugurazione.
CHE COS’E’ OGGI IL TIRO A SEGNO NAZIONALE
Il “Tiro a Segno Nazionale” è oggi un’importantissima realtà presente in modo capillare su tutto il territorio nazionale con le sue “Sezioni”. Fa capo ed è regolamentato dall’ Unione Italiana Tiro a Segno – Federazione Sportiva Nazionale che, nel 1986, è diventata Ente Pubblico.
I compiti istituzionali del Tiro a Segno sono sostanzialmente due:
- l’essere promotore della pratica del tiro a livello amatoriale ed agonistico, fino ai massimi livelli olimpionici;
- l’essere Organo destinato all’Istruzione ed alla Certificazione di coloro che svolgono un servizio armato e che non fanno parte delle Forze Armate dello Stato, istruzione anche dedicata verso coloro che richiedono privatamente un porto d’armi e non hanno svolto il servizio militare.
Difficile valutare quale dei due caratteri sia il predominante.
Certamente è vera l’affermazione che il primo, cioè l’essere “Promotore” è reso possibile grazie agli introiti pecuniari prodotti dall’essere “Organo d’Istruzione”, infatti tutte le “Sezioni di Tiro a Segno Nazionale” si autofinanziano grazie a questa duplice veste e non solo, parte degli introiti viene versata all’Unione Italiana Tiro a Segno e da questa utilizzata per il sostentamento delle attività propriamente federali.
Per praticare il tiro a segno sono necessari: equilibrio mentale, maturità, concentrazione e molta calma e costanza, il tutto condito da una grande passione e dallo stimolo della competizione. Competizione con chi ? Ma anche solo con se stessi. Per divertirsi non è necessario essere dei grandi ed affermati agonisti, è sufficiente mettersi in competizione con se stessi e cercar di superare, di volta in volta, i propri risultati personali. Il tutto dall’età di soli dieci anni.
Se il vostro idolo è … Rambo e se desiderate imitarlo, se credete che in poligono si spari con tutto e contro tutto, allora avete sbagliato perché il tiro a segno non fa per voi.
In poligono vigono regole comportamentali e di sicurezza molto severe.